Mettiamo in fila le cose: la legge delega sulle intercettazioni, la riforma del Senato, gli interventi sulla Rai, l’articolo 18 cancellato dal Jobs Act (che brutta parola, Jobs Act!)… Tutte cose che se fossero accadute quindici anni fa durante il regno del signore di Arcore avrebbero (ed è successo infatti! ) riempito piazze e pagine di giornali. Ma allora cos’è capitato, cosa ci è capitato, se oggi è il silenzio il rumore che fa più paura? C’è stato un addormentamento paradossale, una specie di anestesia generale. Ricordate quella vecchia favola, Il Pifferaio magico? Un suonatore di flauto incanta i ratti per condurli al fiume, dove annegano, liberando la città. Siccome la gente del paese non mantiene la parola e non lo paga, lui per vendetta con il suo flauto incanta anche i bambini e se li porta via.

ECCO, È SUCCESSA la stessa cosa ai giornalisti che dovrebbero essere i primi ad avere presente l’ importanza dell’informazione: a furia di suonare il flauto hanno sedato troppa gente! Ma non è solo un problema della stampa. Abbiamo oggi una classe d’intellettuali che in gran parte ha perso il tamburo, un formidabile strumento per svegliare i bambini imbambolati. Tacciono in molti: non hanno dignità e quindi non s’indignano. Ecco cos’è terribile e incredibile: la mancanza d’indignazione. Altro che tradimento dei chierici!

Molti pensano: ma chi me lo fa fare di espormi? Un giorno magari avrò bisogno di qualcosa, di un favore, di un aiuto da chi ora sto criticando. Tutto è giocato sui ricatti, sulla possibilità di avere un vantaggio. Chi fa informazione o opinione ha capito una cosa: bisogna stare al gioco. Se tu ti metti a criticare, se obietti, se fai anche solo riflessioni non gradite, vieni semplicemente cancellato. Ormai l’andazzo è questo: segnare sulla lavagna i nomi di coloro che si sono “comportati male”. Chi non si allinea è fuori. E per fuori intendo fuori da tutto.
Le conseguenze di questo pensiero non unico ma asservito, conformista e opportunista, sono terribili: spariscono gli anticorpi. Questo potenzialmente crea una società di inetti e di leccapiedi. Basta guardare i parlamentari che giustificano i loro voltafaccia con il caro vecchio “Io tengo famiglia”, una filastrocca dei tempi del Fascismo. Vedo un accerchiamento della libertà d’espressione, le persone che hanno coraggio vengono emarginate. Il potere vuole da sempre tacitare le voci in dissenso: ma in un sistema sano di solito trova un limite in chi si oppone.
Gli intellettuali un tempo guidavano l’opinione pubblica: ma oggi chi osa alzare la testa?

Foto: Renzi al Carnevale di Viareggio 2015